La protezione della pelle dai danni del sole è un tema che torna soprattutto d’estate, ma in realtà riguarda tutto l’anno. La Fondazione Umberto Veronesi ha raccolto i dieci falsi miti più diffusi sulla relazione tra sole e salute della pelle, sfatando convinzioni radicate che aumentano il rischio di sviluppare tumori cutanei, come il melanoma. Ecco cosa bisogna sapere per proteggersi davvero, secondo le evidenze scientifiche.
I danni del sole sono maggiori quando fa caldo
Molti credono che il caldo intensifichi i danni solari. Non è così. Il calore percepito non influisce sulla quantità di raggi ultravioletti (UV) che colpiscono la pelle. I raggi UV, responsabili principali dei danni cutanei, sono più intensi quando il sole è alto nel cielo, tra le 11 e le 15, indipendentemente dalla temperatura esterna. Questo significa che anche nelle giornate fresche è fondamentale proteggersi adeguatamente. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’intensità dei raggi UV dipende dall’altitudine solare, non dal calore.
Chi ha la pelle scura non si scotta
Un altro errore comune riguarda la convinzione che la pelle scura sia immune alle scottature. In realtà, tutte le persone, indipendentemente dal colore della pelle, sono vulnerabili ai danni provocati dai raggi UV. La maggiore quantità di melanina nella pelle scura offre una protezione parziale, ma non elimina il rischio di danni cellulari o di mutazioni che possono condurre allo sviluppo del melanoma. L’American Academy of Dermatology (AAD) sottolinea che tutti devono utilizzare protezioni solari.
Per avere la giusta quantità di vitamina D occorre prendere tanto sole
Esporsi per ore al sole per ottenere vitamina D non è necessario. Studi scientifici dimostrano che bastano brevi esposizioni quotidiane, di circa 10-15 minuti su viso e mani, per assicurarsi livelli sufficienti di vitamina D, senza aumentare il rischio di danni cutanei. Lo conferma anche la Harvard Medical School, indicando che l’eccessiva esposizione solare aumenta invece il rischio di tumori della pelle.
Quando è nuvoloso la pelle non si scotta
Anche con il cielo coperto è possibile scottarsi. Le nuvole filtrano solo circa il 20% dei raggi UV. Questo significa che l’80% continua a raggiungere la superficie terrestre e può danneggiare la pelle. Per questo motivo è essenziale utilizzare una protezione solare anche nelle giornate apparentemente meno soleggiate, come raccomanda la Skin Cancer Foundation.
La miglior protezione per la pelle è la crema solare
La crema solare è una misura importante, ma non sufficiente da sola. Una protezione efficace richiede l’integrazione di più strategie: indossare abbigliamento protettivo, occhiali da sole con filtro UV, cappelli a tesa larga, cercare l’ombra, soprattutto nelle ore centrali della giornata. La Food and Drug Administration (FDA) evidenzia che la protezione solare deve far parte di un approccio più ampio alla protezione della pelle.
I prodotti doposole riparano i danni del sole
I prodotti doposole possono lenire i sintomi delle scottature, come arrossamenti e bruciore, ma non riparano i danni al DNA cellulare causati dai raggi UV. La prevenzione resta la strategia più efficace. Il National Cancer Institute (NCI) specifica che i danni al DNA indotti dai raggi UV sono cumulativi e irreversibili, motivo per cui l’uso del doposole deve essere visto solo come un rimedio sintomatico.
Una volta scottati, non serve proteggersi
È falso credere che dopo una scottatura non serva più proteggersi. Al contrario, ogni nuova esposizione senza protezione incrementa il rischio di danni permanenti alla pelle. La protezione solare deve essere mantenuta costantemente, anche dopo una scottatura, per ridurre il rischio di sviluppare tumori cutanei in futuro. L’esposizione cumulativa ai raggi UV è uno dei principali fattori di rischio per il melanoma.
Nelle località non di mare è più difficile scottarsi
La percezione che ci si scotti solo al mare è errata. I raggi UV sono presenti ovunque, indipendentemente dalla vicinanza all’acqua. In montagna, ad esempio, la radiazione UV aumenta di circa il 10% ogni 1000 metri di altitudine, rendendo ancora più importante la protezione solare. Questo dato è confermato dall’Environmental Protection Agency (EPA) degli Stati Uniti.
Creme solari: più costano, più proteggono
Il prezzo di una crema solare non garantisce una protezione maggiore. L’efficacia dipende dal valore del fattore di protezione solare (SPF) e dalla corretta applicazione, non dal costo. È possibile trovare prodotti efficaci a prezzi accessibili. La Consumer Reports ha evidenziato che molte creme solari economiche offrono una protezione pari o superiore rispetto ai marchi più costosi.
In auto non occorre proteggere la pelle
Molti pensano che i vetri dell’auto blocchino completamente i raggi UV. In realtà, i parabrezza filtrano i raggi UVB, ma non quelli UVA, che sono altrettanto dannosi. I vetri laterali e posteriori offrono una protezione ancora minore. L’American Academy of Dermatology consiglia di applicare una protezione solare anche durante i viaggi in auto, specialmente nei tragitti lunghi.