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Seguire un’alimentazione simile a quella dei nostri antenati potrebbe ridurre il rischio di malattie croniche e favorire la perdita di peso. Uno studio dell’University College Cork, pubblicato su Cell, ha analizzato gli effetti della dieta Non-Industrialised Microbiome Restore (NiMe), ispirata alle popolazioni rurali della Papua Nuova Guinea. I risultati mostrano una riduzione del colesterolo LDL del 17%, della glicemia del 6% e dei livelli di infiammazione del 14%. Il regime alimentare esclude latticini, carne di manzo e grano, privilegiando verdure, legumi e una piccola quantità di proteine animali. legumi

Lo studio dell’University College Cork

I ricercatori hanno coinvolto 30 partecipanti, divisi in due gruppi. Il primo ha mantenuto un’alimentazione normale, il secondo ha seguito la dieta NiMe per tre settimane. Il programma alimentare prevedeva un elevato consumo di vegetali e legumi come ceci e lenticchie, con l’aggiunta di pochissime proteine (da pollo, maiale o salmone). Erano esclusi latticini, carne di manzo e grano. Gli alimenti trasformati erano quasi assenti.

I risultati hanno mostrato che chi ha seguito la dieta primitiva ha registrato miglioramenti nei parametri metabolici senza ridurre l’apporto calorico. Il gruppo sperimentale ha perso più peso rispetto a chi ha mantenuto un’alimentazione meno sana.

Dieta primitiva: effetti su colesterolo e infiammazione

I partecipanti che hanno adottato la dieta primitiva hanno avuto una riduzione del colesterolo LDL del 17%, della glicemia del 6% e della proteina C-reattiva del 14%. Quest’ultima è un indicatore di infiammazione associato a un aumento del rischio cardiovascolare.

I ricercatori hanno attribuito questi benefici ai cambiamenti nel microbioma intestinale. L’aumento dell’apporto di fibre ha favorito la crescita di batteri benefici, con effetti positivi sul metabolismo e sulla regolazione della glicemia.

L’impatto della dieta moderna

L’industrializzazione ha modificato profondamente le abitudini alimentari, con un impatto negativo sulla salute del microbioma. Il consumo di cibi altamente trasformati e poveri di fibre ha contribuito all’aumento dei tassi di obesità, diabete e malattie cardiovascolari.

Jens Walter, autore principale dello studio, ha sottolineato la necessità di ripensare l’alimentazione moderna, sottolineando l’importanza di una dieta ricca di verdure fresche e frutta, ma soprattutto povera di alimenti industriali. Inoltre bisogna abituare i bambini a preferire frutta, legumi e verdura, evitando merendine e dolci.

Il ruolo dei legumi e delle proteine

I legumi sono una fonte importante di proteine e micronutrienti come ferro, zinco e vitamine del gruppo B. Il loro consumo regolare è associato a una riduzione del rischio di obesità, tumori e malattie cardiovascolari.

Chi ha il colesterolo alto dovrebbe evitare carni rosse, derivati come pancetta e lardo, e prodotti caseari come formaggi e burro, spiegano gli esperti. Ridurre questi alimenti può aiutare a prevenire patologie metaboliche e cardiovascolari.

Parola chiave: c primitiva benefici

Meta descrizione: Uno studio dimostra che eliminare latticini e cibi trasformati riduce colesterolo e glicemia. Ecco i dati e le raccomandazioni per una dieta più sana.

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