Nonostante i benefici nutrizionali e ambientali, il consumo di legumi in Italia rimane inferiore alle raccomandazioni. I dati del progetto ARIANNA dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) confermano che meno della metà degli italiani assume 2-3 porzioni settimanali, come suggerito dalle Linee Guida per una Sana Alimentazione.
Un alimento centrale nella dieta mediterranea, ma poco consumato
I legumi forniscono proteine di origine vegetale, fibre, ferro e vitamine del gruppo B. Se combinati con i cereali, offrono un profilo aminoacidico completo, rendendoli un’alternativa nutrizionalmente valida alle proteine animali. Studi scientifici dimostrano che un consumo regolare è associato a una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari, obesità, diabete di tipo 2 e alcune forme di tumore.
Nonostante questi vantaggi, il progetto ARIANNA, che ha analizzato le abitudini alimentari di 3.732 italiani, mostra che meno del 50% del campione raggiunge la frequenza di consumo raccomandata. I dati indicano una maggiore adesione alle linee guida al Sud Italia e tra le persone che praticano attività fisica regolare.
Consumi nel mondo e in Italia
L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) stima che il consumo globale annuo di legumi sia di 7,77 kg pro capite, con differenze significative tra le regioni:
• Africa: 11,46 kg pro capite
• Asia: 9,02 kg pro capite
• America Latina e Caraibi: 8,40 kg pro capite
• Europa: 2,97 kg pro capite
L’Europa ha il consumo più basso al mondo e l’Italia non fa eccezione. Secondo il IV SCAI (Studio sui Consumi Alimentari in Italia) condotto dal CREA, il consumo medio giornaliero di legumi è di 9 grammi a persona, pari a circa 3,3 kg annui. Solo il 31% della popolazione li consuma abitualmente.
I dati mostrano anche differenze per fasce d’età: il consumo è più diffuso tra bambini e anziani, mentre gli adolescenti (25%) e gli adulti (29%) ne mangiano meno.
Chi consuma più legumi
Il progetto ARIANNA dell’ISS evidenzia alcuni fattori che influenzano la probabilità di rispettare le raccomandazioni sul consumo di legumi:
• Area geografica: al Sud il consumo è maggiore rispetto al Nord e al Centro.
• Livello di attività fisica: chi pratica sport tende a includere più legumi nella dieta.
Al contrario, il consumo è più basso tra:
• Gli uomini, rispetto alle donne.
• Le persone sopra i 40 anni.
• Chi ha un reddito annuo superiore a 50.000 euro.
Benefici per la salute e sostenibilità ambientale
I legumi contribuiscono alla riduzione del rischio di malattie croniche, grazie al loro contenuto di fibre e alla capacità di migliorare il profilo lipidico e glicemico. Sono inoltre un’opzione economicamente accessibile rispetto alle proteine animali.
Dal punto di vista ambientale, la loro coltivazione richiede meno acqua rispetto all’allevamento e contribuisce alla fertilità del suolo, riducendo la necessità di fertilizzanti chimici.
Verso un maggiore consumo di legumi
La Giornata mondiale dei legumi è stata un’occasione per promuoverne il consumo e sensibilizzare sulle loro proprietà nutrizionali e ambientali. Secondo gli esperti, aumentare la presenza di legumi nella dieta e ridurre il consumo di carne è un passo necessario per migliorare la salute della popolazione e ridurre l’impatto ecologico del sistema alimentare.
Per approfondire
• Progetto ARIANNA – ISS: www.iss.it/il-progetto-arianna
• CREA – Studio sui Consumi Alimentari in Italia (IV SCAI): www.crea.gov.it/alimenti-e-nutrizione
• Linee Guida per una Sana Alimentazione – SINU: www.crea.gov.it