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Il picco glicemico è scatenato dal consumo di cibi ricchi di carboidrati semplici. Gli zuccheri semplici, infatti, vengono digeriti velocemente e finiscono nel flusso sanguigno, provocando un aumento rapido dei livelli di glucosio nel sangue. Questo processo inizia quando mangiamo: i carboidrati presenti negli alimenti si scompongono in glucosio, una delle principali fonti di energia per il corpo. Una volta nel flusso sanguigno, il glucosio fornisce nutrimento alle cellule. Poiché mangiamo più volte al giorno, i livelli di zucchero nel sangue, o glicemia, variano. La qualità e il tipo di carboidrati influiscono su questi livelli e possono avere effetti diversi, tra cui l’accumulo di grasso e infiammazione. Inoltre il successivo brusco calo della glicemia produce effetti negativi a livello ormonale. In particolare, l’ipoglicemia, successiva al picco glicemico, attiva i centri della fame nell’ipotalamo, inducendo una forte sensazione di appetito.

Picco glicemico: tre cucchiai sullo sfondo azzurro con cibi elaborati e pieni di zucchero

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Picco glicemico: i carboidrati non sono tutti uguali

I carboidrati semplici, come zucchero, biscotti e brioche, causano un aumento rapido della glicemia. L’indice glicemico è una misura della velocità con cui un alimento fa aumentare la glicemia dopo il consumo. In l’articolare un’eccessiva secrezione di insulina può causare un calo troppo rapido e marcato dei livelli di zucchero nel sangue. I carboidrati complessi, invece, come quelli degli alimenti integrali ricchi di fibre, vengono invece assorbiti più lentamente, mantenendo i livelli di zucchero nel sangue più stabili e favorendo il senso di sazietà. Il corpo regola i livelli di glucosio tramite l’insulina, prodotta dal pancreas. L’insulina consente alle cellule di assorbire il glucosio dal sangue per utilizzarlo o immagazzinarlo come riserva energetica. Quando l’insulina è carente, il glucosio si accumula nel sangue, causando iperglicemia.

Consumare alimenti ricchi di carboidrati complessi evita bruschi aumenti della glicemia. Il glucosio viene rilasciato nel sangue in modo graduale, consentendo al corpo di gestirlo in modo più efficiente. Al contrario, quando si consumano cibi ricchi di carboidrati semplici, il livello di glucosio nel sangue aumenta rapidamente. Ciò costringe il pancreas a produrre una grande quantità di insulina. Se il glucosio in eccesso non viene utilizzato, viene convertito in trigliceridi e immagazzinato nei tessuti adiposi. Questo processo, quindi, può portare a un aumento di peso e a infiammazioni, contribuendo a patologie metaboliche come il diabete di tipo 2 e l’obesità.

Conseguenze a breve termine

Nel breve termine, un picco glicemico frequente può causare stanchezza, perdita di concentrazione, sonnolenza e irritabilità. In alcuni casi, si possono manifestare anche vertigini, capogiri e tachicardia. Questi segnali non devono essere sottovalutati.

Cinque trucchi per prevenire i picchi glicemici

  • Alimentazione varia

La prima regola è mantenere un’alimentazione varia. I carboidrati semplici, presenti in bibite, merendine e dolci, sono i principali responsabili dei picchi glicemici. I carboidrati complessi, contenuti in cibi integrali e legumi, vengono assorbiti più lentamente, favorendo il senso di sazietà a lungo. Una dieta equilibrata e bilanciata è fondamentale. Anche se non elimina i carboidrati semplici, deve limitarne il consumo. Un’analisi condotta dal Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Pisa evidenzia l’importanza di scegliere alimenti ricchi di fibre per evitare questi picchi glicemici.

  • Ordine di assunzione

Un altro trucco per limitare i picchi glicemici è prestare attenzione all’ordine in cui si assumono gli alimenti. È consigliabile mangiare prima i grassi e/o le fibre, solo dopo i carboidrati. I grassi e le fibre rallentano lo svuotamento gastrico e impediscono una digestione troppo rapida. Se ci si siede a tavola per un pasto composto da più portate, l’antipasto dovrebbe essere a base di verdure, preferibilmente amare, come la cicoria. In alternativa, si possono consumare grassi sani, come avocado o noci. Questo approccio è supportato dalla ricerca dell’Istituto Sant’Anna di Pisa.

  • Il trucco dell’aceto di mele

Un trucco efficace, ma non da utilizzare quotidianamente, è assumere un cucchiaio di aceto di mele diluito in acqua 20 minuti prima di un pasto con molti carboidrati. L’acido acetico regola il flusso di glucosio nel corpo, evitando picchi glicemici. Questo metodo è valido solo in situazioni specifiche ed è sconsigliato per chi soffre di gastrite o reflusso. È importante sottolineare che l’aceto di mele non rappresenta una soluzione miracolosa.

  • Esercizio fisico

Un po’ di esercizio fisico dopo un pasto ricco di carboidrati aiuta a controllare i picchi glicemici. Muoversi dopo aver mangiato migliora il metabolismo degli zuccheri. Prima di un pasto abbondante, è utile allenarsi, prestando attenzione alle porzioni in base allo stile di vita. Uno studio condotto dal Department of Kinesiology and Health Sciences, The College of New Jersey, Ewing, conferma che anche una leggera attività fisica dopo i pasti può contribuire a mantenere sotto controllo i livelli di glucosio.

  • Camminare dopo il pasto

Infine, una camminata dopo il pasto, a digestione ultimata, è efficace per prevenire i picchi glicemici. Bastano 30-40 minuti di cammino a ritmo sostenuto per utilizzare il glucosio in circolo e ridurre gli effetti negativi. Questo approccio è supportato da uno studio pubblicato dal Department of Kinesiology and Health Sciences, che ha dimostrato come l’attività fisica possa mitigare gli effetti dei picchi glicemici.

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