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Mentre le notizie negative dominano i social e i media tradizionali, cresce la percezione che l’essere umano sia fondamentalmente egoista, privo di empatia, interessato solo a sé stesso. Secondo l’American Psychological Association, molte persone soffrono oggi di una condizione definita “headline stress disorder”. L’eccessiva esposizione a titoli ansiogeni e contenuti sensazionalistici alimenta una visione cupa della società e la perdita di fiducia negli altri.

Gli psicologi da decenni studiano il lato oscuro della personalità. Il cosiddetto “dark triad” – composto da machiavellismo, narcisismo e psicopatia – è diventato uno dei modelli più discussi. Le persone che ottengono punteggi elevati su questi tratti tendono a essere manipolative, egocentriche e prive di empatia. Insieme all’abitudine al “doomscrolling” e al nostro innato bias negativo, questo modello contribuisce a rafforzare l’idea che la bontà sia un’eccezione.

Cos’è la light triad e perché può aiutare a ritrovare fiducia negli altri

Per rispondere a questa tendenza, lo psicologo statunitense Scott Barry Kaufman, insieme ad alcuni colleghi, ha proposto un nuovo approccio. Al centro della sua ricerca c’è la cosiddetta “light triad”, descritta in dettaglio in un contributo pubblicato su The Conversation.

La light triad si fonda su tre dimensioni positive: kantismo (trattare gli altri come fini e non come mezzi), umanesimo e fiducia nell’umanità. Chi presenta punteggi elevati tende a riconoscere il valore intrinseco delle persone, a credere nella bontà umana e ad agire con rispetto e dignità verso gli altri.

In un intervento per Scientific American, Kaufman sostiene che queste caratteristiche positive della personalità siano “altrettanto meritevoli di attenzione e sviluppo” quanto quelle negative. La sua tesi è che “non solo esiste la bontà nel mondo, ma essa è presente in ciascuno di noi”.

Un test online gratuito per una visione più equilibrata della natura umana

Esiste anche un test gratuito per conoscere il proprio punteggio nella light triad, disponibile online. L’obiettivo non è classificare le persone come buone o cattive, ma restituire una visione più completa della personalità umana. Tutti, spiega Kaufman, possediamo tratti riconducibili sia al dark triad che al light triad. Nei momenti migliori siamo socievoli, solidali, positivi, capaci di perdonare.

La natura umana, secondo l’autore, non può essere ridotta a una dicotomia. Accettarne la complessità può aiutare a coltivare maggiore comprensione verso sé stessi e verso gli altri.

Cinque azioni per ritrovare fiducia negli altri, secondo la psicologia

Nel suo contributo su The Conversation, Kaufman suggerisce anche cinque strategie concrete per coltivare speranza, fiducia e senso di appartenenza. Ecco quali sono.

1. Compi piccoli atti di gentilezza

Gesti semplici come cedere il passo in una fila, far passare un’auto nel traffico o offrire un sorriso sincero hanno un impatto reale. Possono migliorare la giornata di chi li riceve, ma anche l’umore di chi li compie. In più, questi comportamenti tendono a essere imitati da chi li osserva.

2. Mostra compassione

Secondo Kaufman, la compassione inizia da sé. Essere indulgenti nei propri confronti nei momenti difficili favorisce l’apertura verso gli altri. Ricordarsi che ognuno sta affrontando qualcosa può aiutare a trovare le parole giuste e a offrire quel minimo di comprensione che può fare la differenza.

3. Condividi contenuti positivi

Invece di alimentare catene di messaggi ansiogeni nei gruppi WhatsApp, si può scegliere di diffondere notizie costruttive. Raccontare storie di solidarietà o azioni di altruismo contribuisce a riequilibrare il racconto del mondo e a contrastare l’effetto distorsivo della negatività.

4. Ascolta con intenzione

In un mondo dominato dalle distrazioni, offrire attenzione piena è un atto raro ma potente. La “radical listening” – come la definisce Kaufman – consiste nel dare ascolto autentico, senza interrompere, valutare o correggere. È un modo per far sentire l’altro visto, riconosciuto e valorizzato.

Il concetto è al centro del libro Radical Listening: The Art of True Connection, scritto dallo stesso Kaufman con Robert Biswas-Diener. È anche tema ricorrente in numerosi podcast che ne approfondiscono i principi.

5. Coltiva relazioni nella comunità

Le persone traggono forza dalle connessioni sociali. Partecipare ad attività locali – dal volontariato alla raccolta fondi, fino a semplici incontri tra vicini – permette di costruire senso di appartenenza. Queste esperienze rafforzano l’idea che ciascuno può contribuire a un bene più grande.

Una risposta al pessimismo

Il contributo di Kaufman non nega l’esistenza della crudeltà o dell’egoismo. Piuttosto, ricorda che la realtà umana è più articolata di quanto lascino intendere i flussi di notizie. Ogni persona è portatrice di possibilità multiple: anche nei momenti più critici, esistono spazi per la gentilezza, l’ascolto, la solidarietà.

Secondo questa visione, la speranza non è un’illusione ma una pratica quotidiana. Scegliere di riconoscere il bene negli altri, di agire con empatia e di ascoltare senza giudicare significa contribuire attivamente a una cultura più umana. Il cambiamento non parte dalle istituzioni o dalle grandi narrazioni, ma dalla volontà individuale di vedere e coltivare ciò che c’è di buono negli altri.

Ogni gesto positivo, ogni parola rispettosa, ogni ascolto sincero può contribuire a ridefinire l’immagine che abbiamo dell’umanità. E quindi anche di noi stessi.

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